Le vicende insediative dell'Ordine del Tempio nel territorio perugino risultano particolarmente ben documentate sia sul versante delle testimonianze architettoniche che su quello delle fonti storiche, grazie alle quali è possibile stabilire con certezza quando e perché i Templari divennero destinatari di cospicue concessioni patrimoniali nel contado del Comune di Perugia.
Dagli studi condotti risulta infatti che papa Gregorio IX, venuto a conoscenza della grave crisi attraversata in spiritualibus e in temporalibus dal monastero benedettino di San Giustino, decise di riformarlo "in un altro Ordine"; e che, una volta soppressa la preesistente congregazione monastica, affidò l'insediamento ai Templari, verosimilmente inseriti nel quadro di un più ampio sistema di controllo nelle Terre della Chiesa.
Ecco allora che il 9 dicembre 1237 il pontefice, fermamente intenzionato a procedere alla riforma del monastero mediante i fratres militiae Templi in Tuscia, dava mandato al vicario del vescovo perugino di costituire fra Americo, dell'Ordine del Tempio, procuratore della precettoria di San Giustino e San Girolamo, mentre l'investitura vera e propria, che avrebbe conferito validità giuridica alla decisione papale, giungeva il 24 aprile 1238. Degno di nota è il fatto che la neonata precettoria, che pure costituiva un solo ente ecclesiastico, si fregiava della doppia intitolazione, dal momento che si articolava, di fatto, in due case principali, distanti circa 12 chilometri l'una dall'altra.
Situato a una quindicina di chilometri da Perugia, nella piana fra il Chiascio e il Tevere nei pressi di Piccione, San Giustino è oggi una commenda del Sovrano Militare Ordine di Malta ed è stata inserita all'interno del progetto Arna Templare. Quanto all'originaria chiesa di San Girolamo, oggi scomparsa, sorgeva a Est della città, lungo l'antica via Spargente (oggi via E. Dal Pozzo), e la sua ubicazione, pressoché identica a quella dell'attuale San Bevignate, non differiva gran che dalla situazione degli stabilimenti templari nelle città dell'alta Italia, che erano di norma posti a Levante o a Mezzogiorno, fuori della cinta muraria.
(Sonia Merli)