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Perugia Turismo

Anello di Perugia

Un giro che risale i quartieri di Perugia fino a raggiungerne il cuore pulsante: un itinerario tra le affascinanti vestigia di una storia lunga secoli.

Distanza: 38 km
Dislivello: 906 m
Difficoltà: intermedia
Fondo: asfalto e sterrato
Bici consigliata: gravel bike, city bike, mountain bike, e-bike in genere
Da vedere in zona: Percorso verde, San Sisto, Lacugnano, Ferro di Cavallo, San Marco, Ponte d'Oddi, Convento di Monteripido, Monte Ripido, Cassero Porta Sant'Angelo, Santa Lucia
Punti di sosta: 1-Percorso Verde
Intercambio: percorsi 4 e 2

Si parte dal Percorso Verde di Pian di Massiano e si percorre la pista ciclabile in direzione dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. Si prosegue in direzione di Lacugnano e poi di Ferro di Cavallo e, costeggiando i boschi di Monte Malbe, raggiungiamo San Marco dove, nel 1822 è stato rinvenuto il Cippo di Perugia, una stele in pietra con funzioni di confine che si è rivelato fondamentale nella decriptazione della lingua etrusca.
Oltrepassiamo Ponte d’Oddi per poi dirigerci verso Perugia passando nei pressi del Convento francescano di Monteripido, da cui proviene la splendida Pala omonima di Pietro Vannucci detto il Perugino, oggi conservata alla Galleria Nazionale dell’Umbria.
Risaliamo corso Garibaldi fino alla caratteristica merlatura del Cassero di Porta Sant’Angelo, realizzato nel 1325 dall’architetto Lorenzo Maitani (famoso per essere l’autore della facciata del Duomo di Orvieto). Poco oltre si scorge il Tempio dedicato a San Michele Arcangelo, dalla caratteristica forma circolare: a difesa della parte nord-ovest della città non poteva che esservi una struttura dedicata a Michele, l’angelo guerriero. Il tempio risale probabilmente al V secolo e sorge sui resti di un luogo di culto romano, il mitreo, a sua volta sorto su un sito sacro individuato dagli Etruschi.
Ridiscendiamo in via Zefferino Faina costeggiando il Museo-Laboratorio di Tessitura a Mano Giuditta Brozzetti che, ospitato dalla Chiesa di San Francesco alle Donne, conserva la memoria di antiche tecniche di tessitura artigianale. Si possono ammirare, in funzione, telai del 1700 e del 1800 e conoscerne la storia.
Ci dirigiamo verso una delle sette porte etrusche di accesso alla città, l’Arco Etrusco, costruito nella seconda metà del III secolo a.C. e fatto ristrutturare da Augusto nel 40 a.C., dopo la sua vittoria nella guerra di Perugia. Di fronte a questa monumentale via d’accesso al cardo maximus della città sorge l’elegante Palazzo Gallenga-Stuart, sede dell’Università per Stranieri di Perugia, dove nel 1720 un giovanissimo Carlo Goldoni, presente in città a seguito del padre medico, eseguì la sua prima recita.
Proseguiamo lungo via Pinturicchio fino al Cassero di Porta Sant’Antonio, aperta nel 1374 sull’estremità della fortezza papale di Porta Sole, di cui rimangono gli arconi, alcune torri, le scale e il muro collegato alla porta. Nei pressi del cassero si trova la Chiesa di Sant’Antonio Abate, con la caratteristica scultura del porcellino risalente al XV secolo che, ogni anno, i borgaroli sfregano come segno di buon auspicio.
Ridiscendiamo verso via XIV Settembre, poi percorriamo via della Rupe costeggiando l’ottagonale Chiesa di Sant’Ercolano, edificata nel XIII secolo e dedicata nel 1317 a uno dei santi patroni di Perugia, ucciso nel 540 a seguito dell’assedio della città da parte di Totila. Un tempo, la Chiesa di Sant’Ercolano era costituita da due cappelle sovrapposte che la rendevano ancora più imponente; la cappella superiore, alla quale si accedeva da sopra le mura, fu demolita nel XVI secolo perché ostacolava la visuale della Rocca Paolina. La veste originaria della struttura, così come le vicende del martirio del Santo, si possono ammirare nei dipinti di Benedetto Bonfigli conservati alla Galleria Nazionale dell’Umbria.
Risaliamo allora viale Indipendenza alla volta di piazza Italia e dell’imponente Rocca Paolina, ma non prima di aver oltrepassato la cosiddetta Tenaglia, una delle parti – insieme al Corridore e al Palazzo Papale - in cui si articolava il complesso della rocca. Quest’ultima fu costruita tra il 1540 e 1543 per volere di papa Paolo III e ha rappresentato, fino al 1860, il simbolo del potere pontificio sulla città. Fu costruita demolendo l’intero quartiere di Santa Giuliana e, mentre la maggior parte dei materiali furono riutilizzati nella nuova struttura, le case, le vie, le torri e i cortili ricadenti nel perimetro del nuovo edificio furono inglobati e coperti da pesanti volte, andando a costituire una sorta di cupa ma affascinante città sotterranea. La Rocca Paolina fu distrutta e ricostruita varie volte dal 1848 in poi, finendo per offrire spazio per la costruzione di molti edifici e sistemazioni ottocentesche come i giardini Carducci, piazza Italia e viale Indipendenza. Il Palazzo Papale fu sostituito dall’attuale Palazzo della Provincia, che fronteggia la costruzione in stile neoclassico di Palazzo Cesaroni. Quest’ultimo, sede del Consiglio Regionale, è abbellito da un ciclo di affreschi realizzato da Domenico Bruschi e da Annibale Brugnoli, denominato La danza delle ore.
Percorriamo via Baglioni e prendiamo l’ultima delle traverse che lo collegano a corso Vannucci: attraversiamo piazza IV Novembre, punto focale dell’acropoli perugina che ruota attorno alla Fontana Maggiore, realizzata tra il 1275 e il 1277 per celebrare l’arrivo dell’acqua per mezzo del nuovo acquedotto.
Delle due vasche poligonali realizzate in pietra rosa di Assisi, quella inferiore è ornata dalle formelle scolpite dal famoso Nicola Pisano e dal figlio Giovanni: descrivono i 12 mesi dell’anno, ognuno dei quali è accompagnato dal segno zodiacale. Quella superiore presenta invece 24 statue di santi e di personaggi mitologici e biblici appartenenti al Vecchio e al Nuovo Testamento.
A circondare la fontana ci sono i finestroni gotici e il portale rinascimentale della fiancata di San Lorenzo, la cattedrale, il cui primo nucleo fu costruito tra il 930 e il 1060 sopra l’antico foro della città etrusco-romana. Nella struttura, consacrata solo nel 1569, sono ben evidenti le varie fasi costruttive che si sono succedute fin dal 1345, non tutte concluse (come la decorazione esterna a trama geometrica realizzata a quadrilobi di marmo rosso e bianco prelevati dalla Cattedrale di Arezzo).
Un altro elemento di spicco è senza dubbio la Loggia di Braccio, commissionata da Braccio d Montone nel 1423 e in precedenza parte del Palazzo del Podestà dato alle fiamme nel 1534. Sotto le logge è possibile vedere parte di un muro romano, le fondamenta del vecchio campanile, le misure perugine del piede e della mezza canna e il calco della Pietra della Giustizia, (l'originale è nell’antistante Palazzo dei Priori, nella sala del Consiglio comunale) che riporta un'iscrizione del 1234 in cui il Comune annuncia che tutto il debito pubblico è stato cancellato.
Dall’altra parte vi è la scalinata a ventaglio di Palazzo dei Priori – realizzata nel 1902 in sostituzione di quella a due rampe - che conduce alla splendida Sala dei Notari, originariamente aula delle assemblee popolari del libero comune, poi sede del tribunale del Capitano del Popolo e, dal 1582, sede della potente corporazione dei notai.
Scendiamo nella suggestiva via Maestà delle Volte, oltrepassiamo Palazzo Manzoni e il Teatro Morlacchi per infilarci nel dedalo di vie in direzione della Torre degli Sciri, l’unica delle numerose costruzioni che punteggiavano la città – soprannominata per questo motivo turrita – giunta fino a giorni nostri.
Giungiamo infine alla Chiesa di San Francesco al Prato, una tra le prime in Italia a essere costruita dopo la morte del santo. Nonostante i gravi pericoli strutturali, le grandi famiglie perugine la elessero a luogo privilegiato di sepoltura dei propri membri, così come fecero capitani, giuristi e letterati che intendevano condividere il luogo del loro riposo eterno con il beato Egidio, il terzo a seguire la Regola di Francesco.
Accanto alla chiesa spicca l’Oratorio di San Bernardino, dalla caratteristica facciata quattrocentesca coperta dai rilievi policromi di Agostino di Duccio, raffiguranti scene della Gloria di San Bernardino.
Il giro continua in direzione del quartiere Elce e poi di nuovo di San Marco, dal quale raggiungeremo il punto da cui eravamo partiti – il Percorso Verde di Pian di Massiano.

 Itinerario 1

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