Distanza: 55 km
Dislivello: 928 m
Difficoltà: intermedia
Fondo: asfalto e sterrato
Bici consigliata: gravel, mountain bike, trekking bike
Da vedere in zona: Pila, Casenuove e Santuario della Misericordia in Ponte della Pietra, San Martino in Colle, San Martino in Campo, Torgiano, MOO, MUVIT, Ponte Nuovo di Torgiano, Deruta, Museo Regionale della Caraminca di Deruta, Galleria di Storia Naturale - CAMS, Casalina di Deruta, Santuario Madonna dei Bagni, Sant'Enea, Villa Guardabassi
Punti di sosta: 1- Pila
Intercambio: percorsi 1 e 3
Si parte dall’abitato di Pila, le cui prime testimonianze risalgono al periodo etrusco: nel 1556, infatti, un contadino scoprì una statua etrusca in bronzo, alta 180 cm e risalente al I secolo a.C., detta dell’Arringatore, che rappresenta il magistrato Aule Metele che si rivolge alla folla. Sono state poi rinvenute diverse tombe e tumuli in pietra risalenti all’epoca romana: il nome del paese deriverebbe proprio da queste costruzioni, dette pilae. Sul passato medievale di Pila, ovvero sul suo castello costruito come punto di controllo dell’intero territorio a ovest di Perugia, sorge oggi il complesso di Villa Umbra, che ospita la scuola di alta specializzazione per funzionari della pubblica amministrazione. Oltrepassando l’abitato, è possibile scorgere inoltre le magnifiche vetrate policrome della chiesa parrocchiale, costruita nel 1898 in stile pseudo-gotico, fuse agli inizi del Novecento dal pittore perugino Giuseppe Pennacchi.
Percorrendo una discesa d’asfalto, si raggiunge Castel del Piano, paese che ha dato i natali al Maestro Luigi Cirenei, che compose, nel 1929, La Fedelissima, ossia la marcia d’ordinanza dell’Arma dei Carabinieri usata ancora oggi.
Si prosegue prima lungo una strada sterrata verso Sant’Andrea delle Fratte e poi su un tratto di pista ciclabile verso Casenuove di Ponte della Pietra. Dove ora spicca il Santuario di Santa Maria della Misericordia, nel XVIII secolo si trovava un’edicola votiva intitolata alla Mater Misericordiae. Sembra che durante la costruzione del ponte sul torrente Genna che è all’origine del toponimo, alcuni operai avessero oltraggiato Dio con bestemmie e maledizioni; il ponte, a un certo punto, sembra sia crollato senza un motivo apparente, risparmiando però gli operai: il fatto fu interpretato come manifestazione della misericordia divina. Cominciò pertanto una più accentuata devozione verso l'immagine e, nel corso degli anni successivi, cominciarono a diffondersi voci fra la popolazione di straordinari prodigi ottenuti da coloro che si recavano a pregare in quel luogo, attirando molti pellegrini da tutto il centro Italia.
Dopo aver attraversato via Settevalli, tramite una comoda strada sterrata raggiungiamo San Martino in Colle, del quale è ancora possibile scorgere il profilo di castello a presidio della vallata. Subito dopo, si scende verso San Martino in Campo che, in epoca romana, doveva aver accolto un Campo di Marte, ovvero un accampamento di soldati. I cristiani in seguito, senza discostarsi troppo dall’idea, decisero di dedicare l’abitato a Martino di Tours, il santo guerriero.
Da San Martino in Campo si arriva in breve tempo a Torgiano, riconoscibile dalla caratteristica Torre Baglioni, testimonianza del passato militare di questo borgo fortificato. Oggi Torgiano è un centro vinicolo di fama internazionale, che è stato tra i primi in Italia a ottenere la Denominazione di Origine Controllata.
Al tal proposito meritano senza dubbio una visita il MUVIT – Museo del Vino di Torgiano e il MOO – Museo dell’olivo e dell’olio. Il primo occupa il seicentesco Palazzo Graziani-Baglioni ed espone oltre 2.800 manufatti di archeologia, ceramica, grafica ed editoria antiquaria che documentano la centralità del vino nella cultura mediterranea, a partire dal III millennio a.C. fino ai nostri giorni. Il MOO occupa invece i locali di un frantoio dismesso negli anni Sessanta e documenta le tecniche di olivicoltura ed elaiotecnica, gli usi tradizionali e i significati simbolici dell’olivo e dell’olio d’oliva. A Palazzo Malizia è ospitato invece il MACC-Museo d’Arte Ceramica Contemporanea, con la sua mostra permanente delle Vaselle d’Autore e la collezione del ceramista e scultore Nino Caruso.
Ma basta continuare lungo la strada provinciale di Torgiano e poi, a Ponte Nuovo, imboccare il percorso verde che costeggia il Tevere per ritrovarsi a Deruta, dove tutto parla di artigianato artistico: botteghe, laboratori artistici e un passato industriale non troppo remoto ne fanno una delle Città della Ceramica. Il Museo regionale dedicato a quest’arte descrive l’evoluzione della maiolica derutese dalla produzione arcaica a quella novecentesca e il percorso espositivo finisce per comprendere anche l’Area Archeologica delle Fornaci di San Salvatore, collegate al museo da un moderno tunnel sotterraneo. Nel museo è conservato anche lo splendido pavimento smaltato del 1524 della Chiesa di San Francesco, appartenete allo stesso complesso monumentale, in cui è conservato l’affresco del Padre Eterno con i Santi Rocco e Romano di Pietro Vannucci detto il Perugino.
Proseguendo in direzione Casalina, ci si imbatte nell’ex manifattura del tabacco che ospita il CAMS – Museo di Storia Naturale, con la sua imponente raccolta ornitologica e una collezione di 6.000 campioni appartenenti al mondo minerale, vegetale e animale provenienti da regioni remote del pianeta.
Attraversato il ponte sul Tevere, percorriamo il lungo stradone che ci conduce fino a Vocabolo la Barca e proseguiamo in direzione di Sant’Enea, altro borgo fortificato a presidio delle colline, che oltrepassiamo per dirigerci verso la Torre di Pila o Castello Guardabassi, una magnifica villa storica con giardino all’italiana che indica l’approssimarsi del punto di partenza.
Itinerario 4