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Perugia Turismo

Valle del Tevere

Con questo percorso risaliremo il corso del fiume Tevere, scoprendo il patrimonio culturale, paesaggistico e industriale, passato e presente, dei centri abitati che attorno a esso sono sbocciati e fioriti.

Distanza: 66,2 km
Dislivello: 921 m
Difficoltà: facile
Fondo: asfalto e sterrato
Bici consigliata: gravel, mountain bike, trekking bike, e-bike in genere
Da vedere in zona: Ponte San Giovanni, Ponte Vecchio di Ponte San Giovanni, Ponte Valleceppi, Ecomuseo del Tevere, Torre di Pretola, Ponte Felcino, Villa Pitignano, Ponte Pattoli, Solfagnano, Parlesca, Casa del Diavolo
Punti di sosta: 1-Ponte San Giovanni; - 2 Ponte Valleceppi; 3-Solfagnano Parlesca
Intercambio: percorso 5

Si parte da Ponte San Giovanni e, procedendo lungo via Ponte Vecchio, si attraversa il ponte di legno, costruzione che, dal 2000, sostituisce il ponte medievale a schiena d’asino distrutto durante la Seconda Mondiale.
Si imbocca il percorso fluviale del Tevere che corre parallelo al fiume e raggiunge l’abitato di Ponte Valleceppi, dove è possibile usufruire dell’area di sosta attrezzata. Come altre frazioni del Comune di Perugia, il suo toponimo sta indicare la presenza di un ponte sul fiume Tevere, probabilmente presente fin dall’epoca romana e usato per collegare Perugia al municipio di Arna. Il nome del ponte potrebbe derivare dal fatto che fosse un punto naturale per la raccolta di tronchi d’albero, dal fatto che il Tevere fosse punteggiato di ceppi – intesi come pioppi – o perché ricadeva, in epoca medievale, nel territorio di un tale signor Cepo. Quale che fosse la sua origine, Ponte Val di Ceppo fu un punto di snodo fondamentale fin dal Medioevo, al punto che il pittore perugino Danti lo raffigura, nel 1583, in una della quaranta mappe affrescate custodite nei Musei Vaticani.
Procedendo verso Pretola, si incontra la torre trecentesca che ospita l’Ecomuseo del Tevere, che ha lo scopo di valorizzare le tradizioni, i vecchi mestieri e opifici, il patrimonio storico, artistico, monumentale e paesaggistico che fa da scenario al Tevere. Poco distante vi è la Torre del Mulino con il relativo opificio, ai piedi della quale si ritrovavano le lavandaie che andavano a fare il bucato nelle acque del fiume.
Il percorso prosegue in direzione di Villa Pitignano per poi raggiungere Ponte Pattoli, che si staglia in parte sulle pendici orientali di Monte Tezio e in parte si estende lungo l’alveo fluviale. Qui, nel 1413 si fronteggiarono, senza mai scontrarsi, le truppe d Braccio da Montone e quelle di Francesco Sforza; fu al primo che, tre anni dopo, i massari di Ponte Pattoli consegnarono le chiavi del castello, a cui appartenevano le mura tuttora parzialmente visibili.
Seguendo la strada di Ponte Pattoli-Resina, si scorge poi l’imponente profilo di Villa Taticchi, che sorge a circa 100 metri dalla sponda sinistra del Tevere. L’immobile – che ospita una struttura ricettiva - è sottoposto al vincolo del Ministero dei Beni culturali e ambientali, secondo il quale il nucleo centrale è da identificarsi in una torre del 1300 costituita da quattro ambienti sovrapposti A essa sono state affiancate, nel tempo, diverse costruzioni: le ultime risalgono ai primi del Novecento.
Giungendo a Solfagnano, si scorge invece l’elegante costruzione settecentesca che domina il Col Marinello: si tratta del castello di Solfagnano, oggi struttura ricettiva di prim’ordine. Prima di proseguire verso le pendici del Monte Acutello, si descrive un rettangolo per raggiungere un’altra area di sosta, dalla quale si scorge Torre Strozzi, oggi Centro d’Arte. Nata come avamposto militare fortificato a ridosso del Tevere - che un tempo era navigabile - la torre presidiava una zona strategicamente importante, posta tra lo Stato Pontificio, Gubbio, Perugia, Città di Castello e la Toscana, nonché l’antica strada di pellegrinaggio che collegava Assisi a Chiusi della Verna.
Si prosegue dunque in direzione Casa del Diavolo, costeggiando il Monte Acutello e il Monte Sodo Rosso. Sembra che Casa del Diavolo debba il suo curioso toponimo a una casa di perdizione nella quale trovavano rifugio briganti o perdigiorno, oppure alle numerose urne funerarie medievali contenenti ossa di bambini, che era uso comune seppellire in questo modo quando non battezzati o nati morti.
Si rientra infine a Ponte San Giovanni tenendosi sulla riva ovest del Tevere fino a Ponte Felcino, dove si attraversa il ponte per portarsi sulla riva est fino a Ponte Valleceppi. Qui ci si allontana del letto del fiume per descrivere una L in direzione est, lungo una strada che corre parallela alla SS 318. Ci riavviciniamo al Tevere all’altezza di Collestrada e, rientrando lungo lo stesso percorso dell’andata, ci imbattiamo nell’area di sosta di Ponte San Giovanni poco prima di raggiungere il punto da cui eravamo partiti.

 Itinerario 6

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