Villa Aureli, già Meniconi-Bracceschi, è una delle più prestigiose dimore umbre del XVIII sec. e sorge su preesistenze etrusche (VI sec.), romane, medievali e cinquecentesche visibili ancora oggi.
L’attuale struttura risale alla metà del XVIII sec., quando nel 1750 il Conte Sperello Aureli (1722-1791) commissionò la ristrutturazione dell’antica villa a Costanzo Batta, vicario della Cattedrale di Perugia, che mise in atto un’opera di recupero dell’edificio cinquecentesco, che a sua volta era stato costruito sui resti di una antica torre di avvistamento.
La struttura ha una pianta a doppia “elle” con un lato più corto dell’altro e il corpo centrale di origini più antiche. All’esterno è contraddistinta da due linee orizzontali marcapiano ed all’estremità (sottotetto) da un cornicione a forma di mensole. L’interno è adorno di affreschi, uno dei quali testimonia la presenza della villa nel XVIII sec., pavimenti in maiolica di Vietri, stampe, stucchi e mobili d’epoca.
Nella parte esterna dell’edificio si può trovare un giardino all’italiana, voluto da Sperello Aureli, che poggia su un terrazzamento e confluisce in un boschetto di lecci. Della stessa fase costruttiva è anche la fontana quadrilobata collocata di fronte alla limonaia. Il piazzale a forma ellittica è circondato da un muro monumentale con portali, nicchie, balaustre a ciambelloni e torrini belvedere.
Il Conte Aureli morì senza lasciare eredi e la villa andò in eredità a sua sorella Celidora Alfani, segnando il passaggio di proprietà dalla famiglia Aureli a quella degli Alfani, che ne mantennero il possesso sino al 1874. Successivamente la villa venne acquistata dal Conte Cesare Meniconi-Bracceschi.
Durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale la villa venne occupata dapprima dall’esercito tedesco, che ne fece il suo comando locale, e poi da quello degli alleati (inglesi, americani, australiani e neozelandesi).
La villa è oggi una struttura ricettiva, vincolata dal Ministero dei Beni Culturali. Il giardino è visitabile contattando la proprietà.