Abbazia di San Benedetto di Pietrafitta o dei Sette Frati

L’Abbazia di San Benedetto di Pietrafitta, intitolata successivamente ai Sette Frati ovvero ai Fratelli Martiri del II sec. d.C., è tra le più antiche del territorio perugino. La sua costruzione ad opera dei Benedettini risale tra la fine del XI e gli inizi dell’ XII sec., ma poggia su preesistenze più antiche come testimonia la cripta romanica.

Dal 1475 fu affidata a nobili famiglie perugine che furono in successione: Baldeschi, Oddi, Baglioni, Della Corgna. Passò poi, nel 1614, alla famiglia del papa Paolo V (Camillo Borghese) e solo dopo l’unità d’Italia alla famiglia  Sposini, attuale proprietaria, che l’ha destinata ad usi agricoli salvandola dal degrado.

Interventi significativi di ristrutturazione del complesso furono commissionati dal Cardinale Fulvio Della Corgna tra il 1565 e il 1570. Della  costruzione abbaziale rimangono il portico, i loggiati, le celle, il refettorio, l’ingresso e  la chiesa. Le logge, le scale e le stanze del piano nobile sono decorate a grottesca con scene allegoriche e storie sacre (episodi del Vecchio Testamento), attribuite a Savio Savini e Scilla Peccenini.

La chiesa, presenta la facciata in pietra calcarea con un rosone e le pareti laterali ristrutturate in laterizio. La struttura interna è ad un’ unica navata con volta a botte lunettata. Nella parete d’altare è un affresco cinquecentesco raffigurante la Madonna con Bambino e Angeli con alla base i sette Fratelli Martiri morti tra il 134 o il  164 d. C. Nella parete d’altare ci sono due porte: da quella di destra si scende alla cripta; da quella di  sinistra  si sale al presbiterio. Qui  è conservato l'antico altare della chiesa in pietra, su cui sono scolpite le parole che rimandano ai valori benedettini "Crux, Lux, Lex, Vita".