Porta Eburnea detta Arco della Mandorla
Tra via Bruschi e via San Giacomo
Inserita nella cinta muraria etrusca, conserva conci originali in travertino fino all’imposta della copertura, sostituita in età medievale da un arco a sesto acuto, da cui deriva il nome di “Mandorla”. L’appellativo più antico “Eburnea” si riferirebbe alle zanne di avorio dell’elefante, simbolo del rione. La porta è attraversata dalla via regale che portava ad Orvieto; alla sua sinistra resta un bel tratto di mura etrusche che continuano lungo le scalette di via del Paradiso, ristrutturate in epoche successive come dimostrano i resti dell’epigrafe romana Augusta Perusia Colonia Vibia. A destra seguono resti ben conservati fin sotto la Torre Donati.
Secondo una credenza popolare questo luogo si riteneva essere “fausto”, tanto che i Baglioni, residenti nel rione di Porta Eburnea, passavano per questa porta prima di partire per le battaglie.
Lo stemma della porta e del rione è un elefante, che porta in groppa una torre d’avorio in campo verde, simbolo dei giardini e degli orti di cui il rione abbondava.